COSA FARANNO ALLO STADIO GLI ULTRà DI INTER E MILAN? CHI SONO I NUOVI CAPI? "LA CURVA NON MOLLA", "AVANTI BANDITI"

«La curva non molla, andiamo avanti». Dopo la tempesta che si è abbattuta sui vertici delle tifoserie di Inter e Milan oggi, martedì 1 ottobre alle 21, l’Inter torna in campo al Meazza per la partita di Champions League contro la Stella Rossa. Sugli spalti di San Siro non ci saranno i capi della Nord, tutti finiti in carcere nel blitz «Doppia curva» della Dda di Milano e della polizia. Ma i tifosi che a ogni match affollano il secondo anello verde ci saranno comunque, la grande incognita sarà capire chi prenderà le redini della tifoseria. Lunedì sera, poche ore dopo gli arresti, una cinquantina di tifosi nerazzurri si è ritrovata fuori da un pub nella zona dell’Arco della Pace per una riunione improvvisata. 

Un incontro lampo in vista della partita di stasera e per fare il punto - fondamentale - su chi è stato risparmiato da arresti e Daspo (24 quelli emessi dal questore Bruno Megale, altri sono in arrivo). Tra i sopravvissuti c’è un highlander del tifo nerazzurro come Nino Ciccarelli, daspato, più volte in carcere per aggressioni da stadio (coinvolto anche negli scontri del 2018 che portarono alla morte di Dede Belardinelli) ma che negli ultimi anni hai intrapreso un percorso tra libri, interviste e social, che lo ha portato a diventare uno dei capi ultrà più famosi d’Italia.

Ciccarelli in questi anni è rimasto fuori da posizioni decisive nella curva anche se sempre in prima linea. Proprio sui social ha voluto raccontare di non essere indagato in questa vicenda e che il futuro della curva andrà avanti comunque: «Noi non molliamo». E proprio Ciccarelli è stato uno degli ultras che hanno animato la riunione di ieri sera. Su di lui, in questo momento, c’è molto del peso carismatico e mediatico della Nord. Più complicato al momento, ma non impossibile, un ritorno di Franco Caravita, storico capo e portavoce della Nord, uscito però dopo il ritorno sugli spalti di Vittorio Boiocchi nel 2018 con il quale vi fu anche una scazzottata allo stadio. Da allora Franchino ha tenuto una linea più guardinga, tornando allo stadio solo «a titolo personale», senza avere ruoli né al Meazza né fuori.

Sul fronte opposto tornano oggi in campo anche i milanisti ma lo fanno in Germania a Leverkusen. Anche loro sono stati praticamente decimati dagli arresti con la perdita del leader storico Luca Lucci e del suo emissario allo stadio, il fratello Francesco. Con loro sono finiti in carcere molti membri del direttivo, anche se qualcuno è rimasto piede libero. Ci sono ad esempio, Marco «Pacio» Pacini e il «Barone» Giancarlo Capelli, storico capo della curva rossonera. Sui social hanno lanciato le istruzioni per il ritrovo dei tifosi milanisti nel pomeriggio prima della partita proprio nella città tedesca con la scritta «Avanti banditi», nomignolo con cui vengono appellati gli ultras rossoneri. Anche sull’altra sponda del Naviglio quindi le acque sono agitate ma la partita in trasferta garantisce ancora qualche giorno prima di dover tornare ad occupare lo stadio di casa. 

Chi ieri si chiedeva se l’operazione della Dda avrebbe portato allo scioglimento totale delle curve, già oggi potrò avere le prime risposte. Del resto lo stesso questore Megale in conferenza stampa ha spiegato che il tifo organizzato non verrà meno nel prossimo periodo, come peraltro è già accaduto in altre città in cui i vertici ultrà sono finiti in carcere. Il movimento proverà a rinascere dalle ceneri, anche se probabilmente sarà un percorso lungo e interisti milanisti avranno bisogno di una fase di transizione. I tifosi continueranno comunque a seguire le partite nei settori normalmente occupati dalla curva, proseguiranno ad accompagnare le squadre nelle trasferte: è un movimento che coinvolge centinaia di persone a necessariamente bisogno di leadership. In questi anni il focus dei capi ultrà si è spostato completamente sugli affari, di fatto annullando le rivalità tra Inter e Milan. Ora occorre ripartire sapendo che niente potrà più essere come prima.

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