LA FERRARI è SOTTO ASSEDIO

Dopo la vittoria nel Gran Premio d’Italia, a Monza, ottenuta grazie a una straordinaria gestione delle gomme da parte dei Charles Leclerc, la Ferrari è tornata prepotentemente in corsa per il Mondiale Costruttori. Questo dopo la débâcle della Red Bull e il continuo fallimento della McLaren, ostacolata dalle famigerate “papaya rules”, che hanno messo un freno alla corsa al titolo piloti del già fragile driver inglese del team di Woking, Lando Norris. 

Nel successivo GP d’Azerbaijan il team di Maranello ha sprecato un’occasione d’oro per accorciare in classifica e lo ha fatto con una SF-24 apparsa la migliore vettura del lotto. Fatti noti di cui è già molto è stato detto. Oltre all’attualità palese, è intenzione parlarvi del futuro che potrebbe attendere la Ferrari.

I prossimi anni della scuderia di Maranello saranno, con tutta probabilità, i difficili, sia in pista che fuori, a livello sportivo e mediatico. Come anticipato, nuovi avversari come il futuro pilota della Mercedes, il bolognese Andrea Kimi Antonelli, ed ex figure di rilievo come l’ex team principal Mattia Binotto, ora direttore tecnico del team Stake F1 (che diventerà Audi dal 2026), e l’ex direttore tecnico Enrico Cardile rappresenteranno una sfida per la scuderia italiana. A questo si aggiungono le occasioni mancate, come il non ingaggio del leggendario ingegnere Adrian Newey, che si è appena accasato all’Aston Martin, così come Cardile.

Ferrari, il nemico “in casa”: Andrea Kimi Antonelli

Andrea Kimi Antonelli, golden boy della Mercedes, nato a Bologna e da meno di due settimane maggiorenne, nel 2025 sostituirà niente meno che il pilota più vincente della Formula 1, Lewis Hamilton, che correrà per la Ferrari. Antonelli sarà il primo italiano a competere in un top team dai tempi di Giancarlo Fisichella, che nel 2009, pur in una Ferrari in crisi, sostituì Luca Badoer, a sua volta subentrato all’infortunato Felipe Massa.

Storicamente, la Ferrari non ha avuto un buon rapporto con i piloti italiani, nonostante i grandi talenti emersi in F1. Solo Alberto Ascari ha vinto due mondiali con la Rossa (1952 e 1953), ottenendo 13 vittorie complessive. Dopo di lui, solo Luigi Musso, Lorenzo Bandini, Ludovico Scarfiotti e Michele Alboreto hanno vinto almeno un Gran Premio nella storia del Cavallino Rampante.

Se Antonelli dovesse confermarsi un valido contendente al titolo o addirittura diventare campione del mondo con la Mercedes, i media italiani potrebbero puntare il dito contro la Scuderia, accusandola di non aver notato un talento a due passi da Maranello, preferendo giovani piloti stranieri da inserire nella Ferrari Driver Academy, spesso dotati di consistenti sponsorizzazioni economiche. Questo rafforzerebbe l’idea storica del poco amore della Ferrari per i piloti italiani.

Ferrari  e “l’odiato” ex: Mattia Binotto

Mattia Binotto, attuale direttore tecnico della Stake F1 (futura Audi), è stato scelto per traghettare il colosso automobilistico tedesco al debutto in F1 nel 2026, con una propria monoposto e power unit. Binotto sarà ricordato nella storia della Ferrari come l’uomo più odiato dai tifosi, colpevole, secondo loro, di non aver difeso adeguatamente la squadra nel caso del “motorone” Ferrari nel 2019 e di aver subito pesanti penalizzazioni nel campionato successivo.

Tuttavia, il fattore che ha maggiormente incrinato il rapporto tra la Ferrari e Binotto è stato lo “scontro politico” con l’attuale pilota di punta, Charles Leclerc. Il Gran Premio di Silverstone del 2022, con un Verstappen in difficoltà, vide la Ferrari privilegiare Carlos Sainz per la sua prima vittoria in F1, invece di favorire Leclerc nella lotta al titolo. Iconica fu l’immagine del dito di Binotto puntato verso il volto di Leclerc nel post-gara, un gesto che segnò la sua dipartita da Maranello.

Se l’Audi dovesse dominare dal 2026 in poi come la Mercedes nel 2014, l’opinione pubblica potrebbe accusare la Ferrari di aver scelto di allontanare Binotto per favorire Leclerc, una scelta che si sarebbe rivelata fallimentare.

Ferrari, l’occasione mancata: Adrian Newey

Il 1º febbraio, la Ferrari ha annunciato con un comunicato l’arrivo per il 2025 del pilota più vincente della storia della F1, Lewis Hamilton, scatenando l’entusiasmo dei tifosi. Tuttavia, solo tre mesi dopo, il 1º maggio, in occasione del 30º anniversario della morte di Ayrton Senna, la Red Bull ha annunciato la separazione dal suo storico ingegnere, Adrian Newey, oscurando l’ingaggio di Hamilton.

Inizialmente, i media italiani davano Newey per certo a Maranello come super-consulente, ma col passare dei mesi le speranze si sono affievolite, mentre le quotazioni dell’Aston Martin sono salite vertiginosamente. In agosto, la Ferrari ha preso atto che Newey sarebbe rimasto in Inghilterra, spostandosi alla sede dell’Aston a Silverstone. La coincidenza ha voluto che in Aston Martin Newey lavorasse proprio con Enrico Cardile, recentemente allontanato da Maranello.

Se Newey dovesse ripetere i suoi successi all’Aston Martin, la Ferrari potrebbe trovarsi nuovamente al centro delle critiche per non averlo ingaggiato. Pur avendo portato a Maranello il pilota più vincente della storia, la Ferrari non è riuscita a prendere il suo equivalente fuori dalla pista, Adrian Newey.

Le sfide che attendono la Ferrari nei prossimi anni saranno molto dure. La concorrenza diventerà sempre più feroce, e ogni mancato obiettivo sarà considerato un fallimento. La Ferrari non vince un mondiale piloti dal 2007 e un mondiale costruttori dal 2008. Se uno dei tre scenari descritti dovesse concretizzarsi, il futuro della Rossa in F1 rischia di essere un continuo remake dell’attuale momento di crisi, fatto di mancate vittorie, capri espiatori, mentre altrove si festeggia e a Maranello rimarranno solo macerie.

Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, F1, Aston Martin

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