MILAN, ZILIANI: “IBRA FANTOCCIO E CLUB DI Vù CUMPRà! SU MALDINI…”

Paolo Ziliani ha criticato con durezza il Milan e la linea scelta dalla società, addossando a Ibra molte delle responsabilità.

La sconfitta di ieri del Milan contro il Liverpool ha lasciato nel cuore dei tifosi una profonda amarezza. E’ essere in discussione non è di certo il risultato, seppur pesante, ma la modalità con la quale si è arrivati a questo punteggio. Il senso di impotenza e inconsistenza è stato decisamente forte e palpabile. Paolo Ziliani, in lungo editoriale per Palla Avvelenata, ha snocciolato tutti i mali del Milan utilizzando termini decisamente forti, anche troppo.

Fate tornare Maldini

“Cosa aspetta il Milan a mettere alla porta Ibra, che parla di leoni e gattini. E richiamare

(con tante scuse) Maldini per provare a evitare la Waterloo? Il dramma di Milan-Liverpool 1-3 con Morata e Fonseca che parlano di partita persa per “dettagli” e di “primi minuti giocati bene” (come i 4 minuti del derby dell’1-5 di cui parlava Pioli), dopo gli sproloqui e le spacconate del sempre più improponibile Ibra: si va verso il tracollo e l’unico modo per rimettere insieme i cocci, e ritrovare i giocatori, è implorare Maldini di tornare.

Naturalmente, non succederà”.

Ibra? Un fonzie obsoleto

“Ora: pensare che il Milan si sia privato di un uomo, prim’ancora che di un dirigente, dell’equilibrio, della serietà, dell’intelligenza e della competenza di Paolo Maldini per mettere i suoi destini nelle mani di un fantoccio di questa risma, un Fonzie obsoleto e patetico cui interessa solo recitare la parte di Dio – quel che è più grave credendoci -. Come se la cosa più importante fosse assoggettare e umiliare gli astanti per suo sadico e infantile piacere e non il Milan. Che da quando è nelle sue mani è diventato la brutta copia del brutto ultimo Milan di Pioli. pensare che tutto ciò sia avvenuto, dicevo, senza che nessuno senta il dovere di riportare indietro le lancette dell’orologio sembra impossibile”.

Ricordano Pioli

“Ricordate quando Stefano Pioli, completamente nel pallone dopo aver perso l’ennesimo derby e in modo pesantissimo (5-1: era il 16 settembre dell’anno scorso), si presentò ai microfoni di DAZN e disse: “Nei primi 4 minuti avevamo tenuto palla solamente noi”?. Ebbene, anche ieri sia il nuovo leader (per mancanza di competitor) Morata, sia il nuovo allenatore Fonseca hanno tenuto a dire che il Milan “nei primi minuti era partito bene”. Come se i tre minuti (180 secondi) che avevano portato al gol di Pulisic fossero in qualche modo significativi di una partita virata subito al peggio e diventata in breve tempo e per tutti gli altri 97 minuti giocati una Waterloo. Da una parte una macchina perfetta con undici pedine in continuo, studiato, intelligente movimento; dall’altra un catorcio, il Milan, buono solo per essere consegnato allo sfascia-carrozze”.

Che presa in giro

“È chiaro a tutti, a cominciare dai tifosi che ieri abbandonavano San Siro a partita in corso per risparmiarsi lo strazio, che questo nuovo Milan è una presa in giro. E che non sia una cosa seria lo si era capito (ma non ci sarebbe stato bisogno di una conferma) ascoltando le parole del nuovo guru Zlatan Ibrahimovic. Riapparso ai fedeli in Cova di Iria dopo due settimane di eclissi non si sa bene dove e non si sa bene perchè. “Le mie assenze? Quando il leone va via i gattini arrivano, quando il leone torna i gattini spariscono”. Aveva detto rivolto al mondo che lui pensa esista, quello popolato da individui dell’età mentale di 5 anni, cioè la sua. “Si parla troppo – aveva aggiunto – ma io penso solo a lavorare. Sono stato via per motivi personali, ma sono presente dal primo giorno. Il mio ruolo? È semplice: comando io e tutti gli altri lavorano per me”.

Il Milan degli americani

“E se poi sta capitando, come pare stia capitando, che almeno due dei giocatori più rappresentativi del Milan, Theo Hernandez e Leao (ma c’è chi dice anche Maignan), che già avevano fatto buon viso a cattivo gioco quando Maldini venne esautorato e messo alla porta, non abbiano digerito affatto l’investitura a dirigente e a successore di Maldini dell’ex compagno di squadra Ibra – uno spaccone che in mutande aveva il suo senso, in giacca e cravatta nessuno -, una mossa che toglie ai loro occhi qualunque credibilità al progetto sportivo del club: per quanto discutibile possa essere il comportamento dei rivoltosi sarebbe dovere della società. Mentre Ibra parla di leoni e gattini (che i gattini cui

allude siano proprio Theo e Leao ammutinatisi all’Olimpico all’indomani della sua partenza?), fare chiarezza e intervenire una volta per tutte”. Allo stato dei fatti, una cosa è certa. Il nuovo Milan, il Milan degli americani, di Fonseca al posto di Pioli, di Fofana (Gattuso ne valeva 10) al posto di Tonali e di Ibrahimovic al posto di Maldini, si sta sfasciando. E come ho già avuto modo di scrivere, non riesco nemmeno a immaginare come – in una situazione così rovinosa – il Milan possa pensare non dico di lottare per lo

scudetto. Ma di lottare per il 4° posto. Inter, Napoli, Juventus, Atalanta (e forse non solo loro) se le cose non cambieranno sono squadre fuori dalla portata di questo derelitto Milan di vù cumprà. Come diceva Gino Bartali, lui sì uomo saggio e dall’aura divina: è tutto sbagliato, è tutto da rifare”.

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