MONTEZEMOLO, L’OMAGGIO IN ROSSO. L’ABBRACCIO DEI PILOTI DEL CAVALLINO

In fondo è vero: il cuore della Ferrari da Gran Premio non smetterà mai di battere. Può subire…infarti e nel presente malinconico della Signora in Rosso sta capitando spesso, troppo spesso. Ma poi riparte, sempre.

Volete un esempio? Il recente ritorno in terra modenese di Luca Cordero di Montezemolo, il Presidente delle Vittorie. L’occasione, da non confondere con un banale pretesto, è stata la presentazione del docufilm dedicato ai successi dell’avvocato. Eppure, niente come l’omaggio alla Memoria valorizza e quasi esaspera le ansie del tifoso ferrarista. Che in fondo all’anima rimane sempre un po’ bambino. Del resto, cosa diceva il Grande Vecchio, il Fondatore, sì insomma il Drake? "Fai disegnare una macchina ad un monello e vedrai che la colorerà di rosso…"

Per Schumi. E così, mentre sul grande schermo del Forum Monzani scorrevano le immagini di un passato persino romantico, in platea si addolciva lo sguardo di Luca Badoer. Forse il pilota meno conosciuto tra quanti più hanno contribuito ad alimentare la leggenda del Cavallino.

Non è una contraddizione, badate. Negli anni d’oro, gli anni dei trionfi di Schumi, Luca era il driver “di riserva”, cioè il preziosissimo collaudatore che si sciroppava migliaia e migliaia di chilometri di test, fra Fiorano e il Mugello. E poi riversava le sue consapevolezze professionali su Michael Schumacher, il Campionissimo. Che di Badoer si fidava ciecamente.

Non solo. Luca da Montebelluna e Schumi da Kerpen sono amici veri. E uso il verbo all’indicativo presente perché Badoer non ha mai smesso di credere nell’ultima impresa di Michelone, in un ritorno ad una esistenza possibilmente condivisa con chi non smette di volergli bene.

Il superstite. E non per caso alla notte modenese di Montezemolo ha voluto partecipare René Arnoux, che non fu mai alle dipendenze di Luca, perché l’esperienza in Ferrari del francese risale ai primi anni Ottanta, quando l’avvocato era in altre faccende affaccendato.

Ma che ci volete fare? Ferrarista una volta, ferrarista per sempre. Di più: Renatino, che ha sempre mantenuto una base in zona Maranello, è l’ultimo testimonial di un’era smarrita, perduta, svanita. Perché è lui il Superstite dell’episodio che più di ogni altro ha esaltato la Formula Uno dei Cavalieri del Rischio: il duello ruota a ruota con Gilles Villeneuve, il sogno infranto del Drake, in quel di Digione. Era il remoto 1979, eppure chi c’era non ha dimenticato.

La coppia. Infine, è stato divertente ritrovare, alla corte di Luca, i due ex ragazzi che gli regalarono le prime gioie da presidente, uno in Germania nel 1994 e l’altro in Canada nel 1995. Gerardone Berger e Giovannino Alesi non hanno mai smesso di frequentarsi, hanno anche loro il muscolo cardiaco che batte per la Ferrari e hanno nella mente la domanda che appartiene a chiunque si riconosca nel Mito del Cavallino.

Cioè questa: ma le rivivremo mai, le emozioni dell’era Montezemolo?

2025-10-08T06:32:52Z