SINNER NUMERO 1, MA IL FENOMENO (PER ORA) è ALCARAZ: CON 5 SLAM VINTI A 22 ANNI CARLOS SCRIVE LA STORIA

Jannik Sinner è il numero uno del mondo da un anno. Lo dice la classifica Atp, lo ribadisce una stagione quasi perfetta nonostante la squalifica, lo canta un Paese che ha trovato in lui il campione da sogno. Ma, tra le righe, si insinua un dubbio. Una sensazione che si fa spazio tra gli applausi e le statistiche. E se il vero fenomeno del tennis contemporaneo fosse Carlos Alcaraz?

 

Perché, sì, Sinner guarda il ranking Atp dall'alto in basso. Ma è Alcaraz quello che - pur inseguendo nel ranking - ha scritto sinora le pagine più belle con vittorie epiche a un ritmo tutto suo. A Parigi lo ha dimostrato ancora: finale memorabile, match tiratissimo, colpi straordinari. E alla fine, come troppe altre volte, ha alzato la Coppa.

Sinner-Laila Hasanovic, è amore? La modella danese avvistata allo stadio durante la finale a Parigi

Alcaraz a 22 anni è nella leggenda

Il 5 giugno 2025 Carlos Alcaraz ha compiuto 22 anni, un mese e tre giorni e ha festeggiato vincendo il suo quinto Slam. È un traguardo che lo proietta in una dimensione tutta sua. A quell’età, solo due tennisti (con sei trionfi) sono riusciti a fare meglio, Björn Borg e Rafael Nadal. Non Djokovic, non Federer. Traducendo: siamo già nel territorio delle leggende.

Sinner, due anni più grande, si è fermato a tre Major. Il suo percorso è straordinario, la crescita impressionante, ma i numeri non mentono: Alcaraz ha due Slam in più (con quasi due anni in meno), ed è in vantaggio 9-5 negli scontri diretti. Non è un dettaglio, è un tema.

Sinner-Alcaraz, parla Bertolucci :«Tra le partite più incredibili mai viste»

Confronti diretti sul 9-5, Carlos domina

Il bilancio tra i due racconta una dinamica precisa: Alcaraz vince più spesso. Nove volte su quattordici. Spesso nei momenti che contano. La finale del Roland Garros 2025 è l’ennesimo capitolo della rivalità: cinque set e altrettante ore, colpi irreali da entrambi, ma alla fine la copertina è stata ancora di Carlos. Perché quando la palla pesa, lui sorride. Un giocatore che - vittima a volte di un carattere esuberante - può commettere passi falsi nei tabelloni, ma che sembra nato per quel tipo di pressione.

Sinner ha lottato, giocato un tennis solido, perfino brillante a tratti. Ma si è ritrovato ancora nella posizione di dover fare tutto al massimo per stare attaccato al match. Alcaraz, invece, può gestire, può improvvisare, può cambiare marcia. Può persino perdere i due set iniziali e vincere con una incredibile rimonta tra match-point annullati e conigli tirati fuori dal cilindro. Alcaraz non gioca solo il match, lo orchestra.

Sinner: «Ho dato tutto quello che avevo, questa volta non è bastato. Congratulazioni ad Alcaraz»

L'artista e l’ingegnere

Ecco, se Sinner è un ingegnere del tennis, preciso, metodico, migliorato in ogni dettaglio (servizio, gestione mentale, preparazione atletica), Alcaraz è un artista. È un talento che sboccia naturale, senza sforzo apparente. Gioca ovunque: a fondo, a rete, con la smorzata, il lob, la veronica se serve. Il suo tennis è un bouquet di opzioni.

Sinner va a rete quando deve. Carlos ci va perché gli piace. Sinner ha costruito il suo servizio mattone su mattone, ma a Parigi ha chiuso la finale con appena il 54% di prime in campo. E non poteva bastare. Perché quando lasci anche solo un varco, Alcaraz ci entra. E accende la luce.

Spalletti e Sinner, le lacrime del ct esonerato e quelle di un campione battuto

Chi è il vero inseguitore?

La classifica dice che Sinner è primo da 53 settimane. Ma lo storytelling del tennis mondiale - quello che resterà nelle statistiche - inizia a sembrare un romanzo scritto da Carlos Alcaraz con due Roland Garros, due Wimbledon, uno Us Open e 7 Master 1000 nel carniere. Questo non vuol dire che Jannik sia meno grande. Anzi: è già un campione immenso. Ma la sensazione è che sia sempre lui a dover inseguire un talento più veloce, più fluido, più naturale.

E proprio per questo la sfida è affascinante. Perché Sinner non si arrende, anzi si esalta nella fatica. Perché può crescere ancora. E perché il suo tennis razionale e coraggioso è l’antitesi perfetta al caos armonico di Carlos.

Uno è il numero uno. L’altro, forse, è il migliore. E mentre il mondo si divide, loro continuano a sfidarsi. Chi dei due sarà il dominatore? Forse dovremo attendere anni per avere la risposta ma, intanto, che spettacolo.

2025-06-10T10:16:18Z