I PRIMI SEGNI DEL CORSO OAKTREE: NESSUNA PLUSVALENZA E POSSIBILE AUMENTO DI CAPITALE

Quando Oaktree ha preso le redini del club in seguito al mancato pagamento del prestito da parte di Suning, i tifosi dell'Inter hanno seriamente temuto un ridimensionamento sportivo e la cessione di alcuni pezzi pregiati della rosa campione d'Italia. Il fondo californiano li ha subito tranquillizzati, assicurando di non aver intenzione di smantellare la squadra, anzi, di voler proseguire nel solco tracciato dal suo predecessore, inseguendo però la stabilità dal punto di vista finanziario.

I primi effetti sono già tangibili: per sistemare l'esercizio della passata stagione, Oaktree avrebbe potuto benissimo pretendere qualche cessione, ma giugno è finito e i big sono ancora tutti lì. Poco importa se il bilancio ne risentirà per 40-50 milioni di euro, non c’è fretta di rincorrere il ritorno dell’investimento da parte degli americani, che in autunno dovranno con ogni probabilità effettuare un aumento di capitale.

D'altronde la situazione finanziaria dei nerazzurri è più leggera da quando non c'è più quel maxi-prestito da 275 milioni di euro da restituire, visto che il creditore è diventato l’azionista di maggioranza. Ora resta un bond da 415 milioni, ma la scadenza nel 2027 concede parecchio tempo per decidere il da farsi.

Sul fronte mercato, a Marotta è stato dato mandato di agire su due binari paralleli: da un lato deve mantenere alta la competitività della squadra trattenendo per quanto possibile i giocatori più forti, e in tal senso il patrimonio da 192 miliardi di dollari di Oaktree copre parecchio le spalle, e dall'altro deve mantenere stabile il costo di gestione adottando una strategia che i tifosi interisti conoscono ormai bene: vendere prima di comprare.

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